martedì 25 gennaio 2011

Wannabe a vip Giorno 8

Finalmente il weekend si avvicina, e qui in Sardegna le giornate stanno iniziando ad allungarsi, segno che la primavera sta per iniziare. Dopo il pensiero scritto ieri, mi sono arrivate diverse e-mail con critiche costruttive e suggerimenti e questo non può che farmi piacere... Continuate così! Ho ricevuto anche e-mail dove mi vengono poste domande che a certe persone potrebbero sembrare inopportune, ma che per me non lo sono affatto. Ed è proprio da una di queste e-mail che prendo spunto per l'argomento di oggi. Citando questa frase che si trova nella home page "e un susseguirsi di negligenze da parte dei medici nelle ore successive",mi viene chiesto se la mia famiglia ha fatto fatto causa o meno all'azienda ospedaliera,o, ancora, se ci siamo rivolti a dirgli organismi particolari come ad esempio "mi manda Rai tre". Per rispondere a questa domanda, è doverosa da parte mia una ricostruzione dei fatti avvenuti in quella fatidica estate dell'89.

Ci trovavamo al mare a casa di mia nonna, come ogni estate, per passare un mese di vacanza. In quel mese il nipote di mio padre, nonché mio cugino, compiva otto anni, per cui decidemmo di spostarci nella loro località, che distava appena una quarantina di chilometri. Eravamo in cinque, visto che il mio fratellino più piccolo non era ancora nato. La strada era un susseguirsi di curve e tornanti. Fu proprio a causa di un dosso che la macchina sbandò all'inizio di un ponticello, andando a schiantarsi su un guard-rail. Mio padre si fratturo una clavicola a causa della cintura di sicurezza, mia madre si fratturò il bacino, mia sorellina, che era sul seggiolone, rimase illesa, mio fratello si fece parecchio male restando dentro la macchina, mentre io, volando fuori dalla macchina, precipitai giù dal ponte per una decina di metri cadendo su un cespuglio. Venne a soccorrermi un pastore che era lì vicino e mi portò con la sua macchina in ospedale, mentre l'ambulanza trasportava mio fratello, moribondo, e mia madre.

Appena arrivato in ospedale ebbi un arresto cardiaco prontamente curato dai medici che mi ricoverarono in rianimazione per precauzione. Dopodiche si concentrarono su mio fratello Pietro che era più morto che vivo, a causa di diverse emorragie interne. Dopo la prima notte, dissero ai miei genitori che Pietro stava morendo e che potevano già fargli l'estrema unzione. Così fecero ma il Signore compì un miracolo... contro ogni logica e previsione, Pietro superò la prima notte grazie a 3 l, e sottolineo 3 l, di trasfusioni. La prima cosa che chiesi quando mi svegliai la mattina fu: "dov'è Pietro?" E l'infermiere "è qui a fianco ed è addormentato". Il terzo giorno, ricevetti per la prima volta la visita di mia madre, che era stata ingessata al tronco ,chiedendomi di abbracciarla. Gli risposi che non ci riuscivo. Mi chiese di stringergli la mano, allora. Gli risposi che non ci riuscivo. Rimase di pietra... chiamò il medico e gli chiese delle spiegazioni... il dottore gli rispose che poteva essere normale a causa del trauma. Ma mio padre, essendo un tecnico di radiologia, pretese che mi venisse fatta una lastra alla cervicale... mi trovarono una compressione midollare all'altezza della vertebra C4... un'ossicino stava causando un'emorragia al midollo spinale. Ci fu subito la corsa con l'elicottero per portarmi a Cagliari, dove rimasi sotto i ferri, per diverse ore... il professore che mi operò disse che ero fuori pericolo di vita, ma che non avrei più potuto muovermi per tutta la vita. A Cagliari restai qualche giorno in coma farmacologico e, dopo una ventina di giorni, mi riportarono nel reparto di rianimazione di Nuoro, dove rimasi intubato e con una tracheostomia per un altro mese circa. Mi fermo qui con il racconto dei fatti e vi espongo il mio pensiero in merito.

Bisogna premettere che entrambi i miei genitori lavorano in ospedale. Mio padre come radiologo e mia madre come infermiera professionale. Personalmente non ci avrei pensato un attimo a denunciare tutti, ma, avendo quattro anni, non capivo un tubo di quello che mi stava succedendo. D'altra parte capisco benissimo la posizione che hanno preso i miei genitori, in un momento dove pensavano di perdere tutto. Da giustificazione ai medici, se così posso dire, resta il fatto che hanno letteralmente resuscitato mio fratello Pietro grazie ad un impegno che i miei genitori hanno apprezzato, e non posso far altro che condividere il loro pensiero. In rianimazione tutti conoscevano i miei, e di certo non l'hanno fatto apposta. Infatti vedendomi sveglio e cosciente sin dal primo giorno, non pensavano che ci potesse essere una lesione midollare, visto che alla mia età tale possibilità era remota. Si sono sbagliati, bisogna rassegnarsi, ed io come i miei genitori, l'abbiamo fatto senza dover per forza ricorrere ai tribunali, che in certi casi possono portare le persone alla disperazione. per quanto riguarda invece, il fatto di rivolgersi ad altri organismi come "mi manda Rai tre", non mi pareva proprio il caso per gli stessi motivi di sopra. Se avete altre curiosità in merito all'incidente sono disponibilissimo a parlarne. Scrivete scrivete scrivete! Ciao un abbraccio a tutti!

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