sabato 2 febbraio 2008

Giorno 102

Buongiorno a tutti gente, è da una settimana circa che sul sito entrano fisse più di 50 persone, è una cosa che mi fà piacere devo dire, in più di queste 50 e passa persone, una decina sono sempre nuove, devono essere persone che cercano qualcosa su Google e trovano per errore il sito ahahah...
Oggi vi riporterò una serie di notizie piuttosto stupide, così, perchè non cos' altro scrivere ahahah.. Dunque.. In germania un Chirurgo è entrato sbronzo in sala operatoria ed è svenuto durante la ricucitura della ferita ahahah, cazzo menomale è svenuto solo alla fine.. Pensare che i colleghi lo chiamavano "il mago del bisturi","La notte prima avevo bevuto troppi grappini", ha ammesso il chirurgo. Gli assistenti della sala operatoria lo hanno soccorso e gli hanno effettuato un prelievo del sangue: dall'analisi è risultato un contenuto di 2,4 grammi di alcol.
"E' tutto vero", ha ammesso, "erano le otto del mattino, la prima operazione della giornata e stavo ricucendo la ferita". "Non contesto di aver bevuto vino rosso la sera prima - ha precisato il chirurgo - Poiché durante la nottata non riuscivo a prendere sonno, ho bevuto alcuni grappini per poter dormire. La mattina non ho fatto colazione prima di andare in sala operatoria". "E' stato un grave errore", ha ammesso il professore che ha detto di essersi autodenunciato all'ordine dei medici e di essersi "autosospeso". Io gli avrei fatto causa per negligenza, forse che non può negare ahahahah.

Sempre in Germania uno studente di medicina ha salvato una tigre che stava soffocando... gli ha fatto la respirazione bocca a bocca..."La tigre ha provato a mangiare un pezzo di carne troppo grosso - ha detto Andreas Jacob, direttore dello zoo -. Così ha cominciato a rantolare e tossire finché è caduto a terra esanime". "Gli abbiamo tolto il pezzo di cibo dalle mascelle - ha poi spiegato lo studente in medicina, Janine Bauer -. Ma non respirava più. Quindi ho iniziato la respirazione bocca a bocca e un massaggio cardiaco. Ci sono voluti cinque minuti ma alla fine è tornato in vita, grazie a Dio".

In america invece un infermiere ha ammesso di aver abusato di oltre 100 pazienti nel corso di 20 anni di lavoro... Cazzo ormai non sei più al sicuro in nessun posto!! Vai in ospedale per curarti le tonsille e qualcuno si prende cura del tuo Cu....o, che schifo...

Passando a cosa più serie, in Kenya la violenza non accenna a diminuire, si stanno uccidendo a colpi di Machete!!
I due leader nemici hanno raggiunto un accordo di pace grazie alla mediazione di Kofi Annan ma subito sono riesplose le violenze in Kenya. Nella notte almeno 27 persone hanno perso la vita in scontri interetnici tra i sostenitori del presidente Mwai Kibaki e del capo dell'opposizione, Raila Odinga, portando così a 37 morti il bilancio delle vittime in sole 24 ore. Parte in salita il difficile percorso ideato dall'ex segretario dell'Onu.

A Baghdad invece ci sono stati altri 2 attentati Kamikaze, ci sarebbero almeno 72 vittime, la cosa agghiacciante è che le 2 donne kamikaze avevano la sindrome di Down, sono state fatte esplodere a distanza, trimite un radiocomando. In ordine di tempo, prima è stato colpito il frequentatissimo Suq Al Ghazil, famoso per la varietà di animali domestici, uccelli esotici e pesci da acquario che offre, e poi quello di Al Jadida, sobborgo situato nella parte sud-orientale della capitale, dove analogamente sono in vendita volatili.

Vabbè dopo tutte queste tristi notizie vi metto un video sui due Oppossum dell' era glaciale 2,fa pisciare :)



Per chi ama le auto, posto questa simpatica scheda che identifica i vari possesori di auto :)

Il bimmer
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...I've got a BMW car, I love to drive...

Che BMW sia riuscita a mitizzare i suoi prodotti, è fuori dubbio.

Il bimmer ne è convinto: le BMW sono le automobili più robuste, più
affidabili, più veloci, più convenienti, più rivendibili, insomma le
migliori. Le apparizioni cinematografiche lo confermano (L'ispettore
Derrick, Beautiful Madonna, The Stormbreaker, vari 007 e tanti altri).
Qualche dubbio il bimmer l'ha avuto cercando di lavorare in manuale con
l'smg dopo che il servomeccanismo s'è guastato per la seconda volta in una
settimana dall'acquisto; o cercando di capire il display dell'I-drive
raffigurante in miniatura qualcosa che somiglia al quadro di controllo di
una centrale nucleare; o ancora cercando di passare rapidamente dalla sesta
alla prima sulla 525d; o a volte, la sera, sotto le coperte, con il profumo
del Lasonil per aver viaggiato tutto il giorno su una tavola con i cerchi da
21 e la spalla delle gomme che somglia più a un giro di scotch che a un
copertone, cerando di farsi una ragione per continuare a spaccarsi la
schiena anche a 20 all'ora sulla comunale da casa al lavoro.

Se qualcuno gli dice che le prossime Mini a benzina potrebbero montare
motori non BMW, entrano in uno stato di nervosismo isterico e, quasi,
vorrebbero piangere.

...I've got a BMW car, I love to drive...


Il mercedesista
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Esiste il mercedesista E e il mercedsista S, e si guardano in cagnesco. I
guidatori di Mercedes di altre classi non fanno testo. Il mercedesista E
invidia al rivale la silenziosità e l'aplomb della classe S, il mercedesista
S invidia alla classe E la brillantezza e le dimensioni un po' inferiori a
quelle del suo autotreno, che permette ai possessori di E di parcheggiare
nei normali box condominiali senza dover acquistare anche il box dietro e
buttar giù il muro divisorio.

Quell'accrocchio di silicio che costa come un'utilitaria e serve per
inquadrare col radar la macchina dietro quando si parcheggia non viene ben
digerito da chi conosce le qualità meccaniche dei grossi paraurti di cui
sono capaci a Stoccarda.

Comunque, sia i mercedesisti S sia i mercedesisti E disprezzano e dileggiano
il volgo che si rivolge ai burini assemblatori giapponesi.

Ma la disputa E-S serve a quest'elite che altrimenti sarebbe priva del
binomio antagonista-protagonista. Gli assoluti nascono Mercedes e muoiono
Mercedes. Non c'è una ragione precisa, per loro le automobili sono solo
Mercedes, il resto è tecnologia da barboni, anche se poi usano la classe A.


L'audista
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Ci sono due modelli di audisti: gli assoluti e i mercedesisti delusi.

I mercedesisti delusi sono ex guidatori Mercedes che, stufi della lentezza
del cambio automatico Mercedes, sono passati ad Audi. Si accorgono che Audi
è più veloce, tiene meglio, è più ergonomica, costa meno, ma non gli va giù
di maneggiare un pezzo di plastica che non sbarluccica di metallo in nessun
angolo; sono diventati quindi un po' tristi, la loro espressione più comune
è "...sì, Audi va molto bene, ma quando c'erano le 240 o le 560, quelle sì
che erano macchine...", e comprano la stabilizzata con le sospensioni
elettroniche.


Il lexusista
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"Guarda che Lexus è meno plasticosa di BMW, impegna meno di Mercedes, e
costa meno di tutt'e due."

Il problema della Lexus è questo: è "meno". Non nel senso della qualità, ci
mancherebbe; è una questione d'immagine: Lexus in Italia ha un'immagine
"cheap". Non è da aperitivo. Il lexusista lo sa, ma sa anche che le qualità
della macchina e del propulsore sono indiscutibili; ma quell'immagine
"cheap" pesa come un macigno. Dev'essere per questo che il lexusista è
sempre un po' triste e rassegnato, e se resta a piedi perché i benzinai
hanno chiuso per sciopero o perché c'è il blocco degli autoveicoli non dà di
matto come il bimmer o l'audista; scrolla un po' le spalle e pensa che, alla
buon'ora, un po' di moto a piedi gli farà bene e gli metterà appetito.

Se fosse un po' più orgoglioso le quotazioni dell'usato Lexus sarebbero
superiori.


Il maseratista
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È una razza in via di estinzione, si trovano in buona salute alcuni utenti
di 3200 e di Quattroporte. Consci della grande qualità del trattamento
motoristico Ferrari hanno il distacco e la sicurezza di chi riconosce e
apprezza l'alta qualità. Fortunatamente il loro distacco dal mondo salva gli
altri automobilisti: è risaputo che una Quattroporte in prova al 'Ring ha
perso una ruota, con svuotamento di parte dell'impianto frenante e
riempimento delle mutande dei passeggeri.

Per metterli a disagio bastano due parole: Biturbo, affidabilità. Non serve
altro.


L'hondista
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Si dibatte, vorrebbe tutta la meccanica Made in Germany, ma non se la può
permettere, e poi cosa se ne fa di un cassone di 5 metri da 300 cavalli, un
radar per parcheggiare e una televisione per sapere che strada prendere? È
in genere pignolo, e la cosa che lo fa più incazzare è vedere che su auto da
40.000 euro la fintapelle si sfoglia come sulle vecchie 127.

La categoria si pone spesso come antagonista al bimmerismo classico, ma
basta che i bimmer citino le tre parole infanganti (Made in Japan), che
tutto si risolve.

Esiste anche una nuova categoria degli hondisti, gli hondisti V-Tech. Sono
personaggi un po' particolari, il cui profilo incomincia a delinearsi in
questi anni; sostanzialmente sono bimmer razionali. Sarebbero potuti essere
bimmer M3, ma il McPherson riadattato, l'smg, l'interno troppo lussuoso per
una sportiva, e il mutuo da fare se si rompe la trasmissione li ha resi
dubbiosi. Si sono trovati sul mercato una sportiva senza troppe menate e
l'hanno comprata. E sono stati contenti di verificare che le qualità
dinamiche hanno una resa simile a quella delle teutoniche o anche superiore.
Ormai lanciatissimi, sono divenuti fermi sostenitori della razionalità di
progetto del "gioiellino". S'incazzano solo nel vedere che le quotazioni
dell'usato non sono altissime, ma da razionali, anziché vendere l'usato, lo
comprano. Tuttavia in alcune grigie e fredde giornate d'inverno, quando un
vento sferzante sembra tagliare la pelle e la neve punge come fosse di
cristallo, quando il mercurio del termometro se ne sta rintanato nel bulbo e
non segna nulla di positivo, quando la batteria dà forfait, le tre parole
infanganti risuonano nella mente dell'hondista V-Tech: Made in Japan...


Il porschista
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Il porschista è spesso un ex bimmer/mercedesista di età non giovanissima.
Aveva comprato Porsche per scrollarsi di dosso le due/tre tonnellate al
pezzo delle più recenti BMW/Mercedes.

Ha gioito come un bambino quando si è accorto che nel vecchi box, al posto
della S-Klasse e della X5 con un paio di gomme da neve, ci stavano due
vetture, sei treni di gomme, la benzina in taniche bastante per tre anni, un
paio di motori di scorta ché non si mai e pure due scaffali per il vino. Ha
pianto come un bambino quando, qualche anno dopo, telefonando in Porsche e
chiedendo come mai non riusciva più a trovare un certo accessorio, si è
sentito rispondere che Porsche aveva scelto altri mercati (design e
illuminotecnica) a scapito delle automobili sportive. Tradotto, era "non c'è
più trippa per gatti".

Per cui il porschista è un disilluso, non capisce come mai non riesca a
separarsi dalla vecchia 911 che possiede, e come mai dopo vent'anni di
polvere, pioggia, colpi, viaggi, traversi e sgommate la vettura continui a
funzionare. Però sa che un giorno, con uno schianto secco, le bielle si
attorciglieranno all'albero a gomiti e sarà un'ora triste della sua vita.

Ovviamente sapete tutti che alla Porsche sono nel frattempo impazziti e
propongono il Cayenne Turbo S a più di 122.000 ¤ e il pacchetto fuoristrada
costa come un monolocale.


Il jaguarista
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Come i porschisti (ma in questo caso un po' più "bricoleur"). Ovviano al
problema delle pelli sfogliate con interventi di sostituzione utilizzando
fintapelle da borsette, jeans, tessuti per casse acustiche, cartapecora o
similcocco Luìvitton. Contenti di essere stati per anni i cugini poveri di
Rolls Royce (ma tutto sommato con qualità più che rapportata al prezzo) coi
quali condividevano il blasone inglese, sono stati traditi dalle nuove e
puzzolenti generazioni autofocus.


Il lancista
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Sono in genere personaggi raffinati, di mezza età, a volte con il cappello.
Hanno acquistato ai loro tempi Lancia principalmente per la qualità
meccanica e la bellezza delle linee. Il canto di certi motori a V stretta
resta come un tuffo al cuore per i lancisti. Non sono rimasti in molti, per
cui è difficile tracciarne un identikit preciso, si farebbe prima a chiedere
loro di presentarsi. Il tratto principale che li distingue dagli altri
automobilisti sta nel fatto che, quando salgono sulla loro Lancia, lo fanno
come se fosse un atto religioso, con un cerimoniale che li rende simili a
inziati alchimisti. Anche guidare Lancia non è cosa comune, innestano le
marce come assaggerebbero un Napoleon del 1877 ritrovato in una cantina di
Rouillac.

Sono sostanzialmente cultori dell'auto. Immaginatevi come si sono sentiti
quando Lancia è diventata Fiat. Come portare Gualtiero Marchesi da Mac
Donald's.


L'alfista
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Alfa Romeo è stato un blasone. Oggi è un cifone.

Una volta le Alfa, per quanto spartane, erano vetture interessanti,
acquistate da chi voleva la sportiva Made in Italy senza dover vuotare il
portafogli o ritrovarsi un catenaccio. Ormai in pochi, gli alfisti hanno tra
gli ottanta e i novant'anni, a parte una minoranza di giovanotti che ha
acquistato la 145, esteticamente pregevole come l'architettura popolare
bulgara. Tendenza dell'alfista è quella di rovistare nei mercatini e dai
demolitori, alla ricerca di qualche accessorio originale Alfa Romeo; sa di
poterlo trovare solo lì.


I suvvisti
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Raggruppo in questa categoria tutti gli utenti del grande formato
automobilistico, dividendoli in due parti: i nobili e i poveri.

I nobili sono i felici possessori di Porsche Cayenne, Mercedes ML, Range
Rover, BMW X5, i nomi blasonati del gotha dell'auto; i poveri usano le
Toyota (dai nobili dileggiati storpiando il nome in Topota, Tomota, ecc.
ecc.), le VW, le Nissan, e via discorrendo. A parte un certo senso di
superiorità mostrato dai possessori di furgoni plurimilionari non c'è
l'antagonismo che esiste tra gli utilizzatori delle berline.


Il collezionista
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Ha comprato un centinaio di automobili nella sua vita, ma ha fatto benzina
appena sei volte. Tre pieni li deve ancora consumare, uno è evaporato perché
aveva chiuso male il tappo, e due li ha travasati nel serbatoio dell'ultimo
acquisto: un'altra vettura usata ma che sembra nuova.

Per il resto gira a piedi o con i mezzi pubblici, o fa il trasportato dagli
amici. Il suo box però ha le dimensioni e la forma di un portachiavi, anzi,
è un portachiavi: con attaccata la chiave della saracinesca blindata del
garage.



E ora alcune vetture che hanno fatto la storia dell'automobilismo
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FIAT
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Il concessionario non ufficiale (ma che fa i numeri) è quello che importa,
oltre alla vettura, anche i polacchi che la costruiscono. La vettura è stata
progettata in Italia e costruita in Polonia per gli italiani. Le tolleranze
meccaniche sono progettate per la temperatura media di -10, per cui in
Italia gli ingranaggi quasi non si toccano, e l'auto è mezzo centimetro più
grande delle misure a libretto. La Cinquecento, una delle note polacche
disponibili, montava l'altrettanto famoso serbatoio della benzina che dopo
qualche mese andava sostituito per un non meglio precisato guasto. Il
cruscotto era talmente compatto che per mettere la freccia o accendere gli
abbaglianti bisognava chiamare l'orologiaio. L'ultima versione disponibile
oggi, la 5oo, è sostanzialmente una Panda ricarrozzata vagamente sulle forme
della 500 originale (ma una volta copiavano meglio). Il parabrezza mostra
però solo il sette per cento del campo utile anche se è grande il
quadrupolo. Il top dell'ergonomia lo raggiungono i pulsantini della plancia,
progettati per sfuggire di mano a ogni tocco.

Vera auto scuola per decine di milioni di automobilisti è stata però la Uno.
Ha una tal serie di difetti che chi impara a guidare con quella è in grado
di guidare qualsiasi cosa. Il ripartitore di frenata è montato
asimmetricamente e ripartisce in modo diverso a seconda che la vettura
imbardi a destra o a sinistra, per rendere le cose più difficili e aumentare
il senso didattico del mezzo. Paladina dell'understatment è apprezzata anche
dai nostalgici della Fiat, che nel leggere il manuale di istruzioni scritto
ancora in italiano si commuovono pensando a quanto faceva la famiglia
Agnelli per diffondere la cultura dell'automobile in Italia.

I motori. Si è sempre detto che i motori Fiat sono di ottima qualità, ed è
vero; a patto che non siano stati prodotti di lunedì o di sabato, nel qual
caso è bene controllare che almeno il numero dei cilindri indicato nelle
specifiche corrisponda al numero di quelli montati sul vostro esemplare.

In conclusione le Fiat sono macchine un po' rozze, mal assemblate, peggio
tenute, costano una zucca di latte ma danno grandi soddisfazioni a chi le
usa (vai a capire l'automobilista).


Lancia Delta S4
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Prima che Lancia buttasse al vento un mercato, un'automobile professionale
la faceva veramente. La Delta S4 nel misto era imprendibile, a doppia
sovralimentazione, con tre differenziali, un parco accessori da gara su
asfalto e sterrato da far impallidire la concorrenza (soprattutto per quel
che riguarda la rapidità d'intervento e la facilità di accesso alla
meccanica), la possibilità di montare la preparazione di gruppo B e la
livrea Martini.

Ancora oggi un'S4 vale oro. Che Lancia e i lancisti ci pensino.


Lamborghini Countach
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Ha sgomentato tutti, un'automobile così bassa non si era mai vista. Fior di
estimatori abbandonarono mamma Ferrari o Porsche e guadagnarono velocità ma
soprattutto visibilità (nel senso di essere guardati) negli spostamenti. Gli
ingegneri Lamborghini riuscirono a concepire un corpo macchina estremamente
compatto e funzionale, e con il tempo riuscirono a stiparci dentro anche un
5000 12 cilindri 48 valvole da 455 cavalli.

La linea bassa della seduta pare sia stata clonata da una parte del cervello
di Ferruccio Lamborghini; purtroppo dalla parte priva del ragionamento. Le
quindici persone al mondo che sono riuscite a estrarre di tasca il
telecomando del cancello senza scendere dall'auto dicono che sia il migliore
sedile mai messo in una vettura. Gli altri si domandano come fare per tirar
fuori il fazzoletto se scappa uno starnuto.


Quello che i ferraristi non dicono
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Una Ferrari d'epoca è sicuramente ben costruita, ha un corpo compatto, lo
sterzo rende nelle mani (e sugli avambracci) la sensazione di un oggetto
compatto, robusto, materiale. Ti rendi subito conto che quella forma
elegante in legno permette però poca presa, ma il Nardi ti aspetta in
negozio per solo qualche milione di vecchie lire. Appena metti in moto ti
rendi conto che il rombo non è dove sei abituato a sentirlo. Cavolo, è a
dappertutto, davanti, in mezzo, dietro. Guardi fuori dal parabrezza, la
strada è lì davanti a te, luminosa, invogliante. Provi a premere la frizione
e innestare la prima e senti che la precisione è assoluta. Ti guardi un po'
in giro prima di partire, come fai i bicicletta, poi rilasci la frizione e
via!

Decidi di provare qualche scatto e cerchi di precaricare il motore per un
fulmineo prima-seconda. Enzo, oltre che di molte altre cose, fu l'inventore
anche della griglia sulla leva del cambio: basta un niente e sbagli
l'innesto. Questa macchina non perdona. Ma il senso dell'umorismo, del
resto, l'ha anche quel simpaticone del signor Porsche, con la chiave
d'avviamento dalla parte sbagliata.

A questo punto ti rendi conto che una Ferrari è un altro pianeta, bisogna
ricominciare tutto daccapo. E forse è questo il bello della Ferrari, ti
mette alla prova, se sei rincoglionito devi rimettere in moto il cervello,
almeno quel tanto che basta per capire che delle standardizzazioni tedesche
e giapponesi a noialtri non frega niente.

Ci vuole qualche anno per imparare a guidare una Ferrari ma già dopo il
primo kilometro vi sarete beccati quel virus che è composto in parti uguali
da feticismo, ludicità, appagatezza. Un cocktail mortale (per le vostre
tasche) che vi accompagnerà fino alla morte (o fino al banco dei pegni se vi
troverete sul lastrico).


Golf
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Nata in Germania, si è rapidamente diffuse in tutto il mondo. La ragione
per cui la Golf ha significato così tanto nella storia dell'automobile è
che non c'era niente di meglio. Per l'aperitivo.

E per certi versi ancora oggi è insuperata, ma ormai l'aperitivo vuole Mini
e così non corre buon sangue tra le due categorie.


Rolls Royce
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Per capire il concetto di fascino e di qualità con cui sono costruite le
vecchie Rolls Royce, bisogna salirci e rimanerci seduti in silenzio a
vettura ferma, immota, pensando che sul vostro stesso sedile potrebbe
dignitosamente sedersi la regina d'Inghilterra. E è detto tutto.

Ma sono vetture acquistabili anche dai comuni mortali (purché dotati di
cospicui conti bancari) oltre che da sovrani e miliardari; un po' lente ma
agili in rapporto alle dimensioni. In ogni caso la sportività non fa, e non
deve fare, parte del concetto di Rolls Royce; per i tamarri c'è la Bentley.

Non si capisce come mai Henry, progettista di altissimo livello, non abbia
previsto il motore diesel per le sue automobili. Negli anni Cinquanta la
Rolls Royce produceva sì il motore a gasolio, è vero, ma solo per trattori
agricoli e locomotori ferroviari. Non si capisce davvero il perché. O forse
sì.

Nata lussuosa e superba, oggi esiste in versione con display incorporato
multilettura con possibilità di valutare posizione sul pianeta, velocità e
consumi. Purtroppo costa come una villa di medie dimensioni, o se preferite
come un paio di appartamenti in centro.

La Silver Ghost d'epoca è un sogno, per 260.000 ¤ ve la portate a casa con
anche gli inerni in pelle. Non è euro4, non ha 5 stelle nei giudizi
euroncap, ma in compenso ogni volta che la guidate vi fa venire in mente che
avete speso tutto per comprarla. Lo sterzo è talmente corretto che potete
usarla per riprodurre il cerchio di Giotto. Gli spiritosi di Derby avevano
in listino una versione torpedo, uno scherzo da far tremare le vene nei
polsi quando si firmava l'assegno per impossessarsene.


La Stratòs
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Se avete meno di quarant'anni o non avete visto rally storici non sapete di
cosa parlo. La Lancia da gara degli anni d'oro. Senza compromessi. Dura e
pura, nata per correre.

In confronto una Mitsubishi Evo ha una tecnologia extraterrestre. Ma il
Drago è diventato famoso vincendo con una macchina così. E con due palle
così.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per l'aperitivo io usavo la Mini...Innocenti però...:-)

Anonimo ha detto...

Ciao siamo i ragazzi del Betis Quadra, la squadra della coppa rettore di Cagliari che avete linkato anche su wannabeavip.com
Volevamo dirti che alla fine siamo riusciti a realizzare l'omaggio promesso ad Antonio ed abbiamo il suo logo sulle nostre maglie.
Provo a spedirvi la foto dell'ultima partita nel forum, oppure potete visionarle sul nostro sito http://betisquadra.splinder.com

Anonimo ha detto...

bel sito e in bocca al lupo al Betis...ma alla coppa rettore si tifa per i CAMPIONI in carica dell' ESTUDIANTES NO MEDA!!ajò