domenica 13 aprile 2008

Giorno 170

Buongiorno a tutti gente, essendo oggi domenica non dovrei scrivere tanto, ed infatti non lo farò ahahah, però dato che la gente di sinistra sembra sempre elevarsi a paladina della giustizia dicendo sempre, Berlusconi = Leggi ad personam, o Destra = Brogli quà e là.... Come se la sinistra fosse esente da certe cose, perchè se andate ad accusare su certe cose mi aspetto che la sinistra invece non le abbia mai fatte, altrimenti è solo ipocrisia.... No??
Adesso riporterò 2 articoli, mi auguro che quelli di sinistra non vadano a dire che sono tutte balle perchè sarebbe il colmo..

Comunque... Leggi ad Personam:

Leggi ad personam, quando l’Ulivo salvò Prodi e Burlando. Abituato a tuonare, Oscar Luigi Scalfaro ha scelto, nella polemica che ha contrapposto i poli sul disegno di legge presentato da Melchiorre Cirami, l’understatement. Chissà, forse quella toga che gli è rimasta cucita sulla pelle dopo i tre anni scarsi di esercizio della professione nel secolo scorso, si è un po’ sgualcita. O forse, ed è assai più probabile, Scalfaro ha voluto tenersi in disparte per evitare che venisse rievocato con tutti i dettagli un episodio che lo riguarda direttamente e che ha qualche analogia con la vicenda che ha provocato in questi giorni le intemerate dei giustizialisti e le manifestazioni in stile sudamericano dei seguaci di Pancho Pardi, Nanni Moretti e Lidia Ravera (quella di Porci con le ali).
Era il 1997, Scalfaro regnava ed emanava editti. Uno di questi, subito raccolto dal Parlamento, indicava l’assoluta necessità e urgenza di modificare le norme sull’abuso d’ufficio. Gli articoli in questione del codice penale (323) e del codice di procedura penale (289, 416 e 555), come Scalfaro aveva chiesto, furono modificati con la legge 16 luglio 1997, n. 234 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.172 del 25 luglio dello steso anno. Con una conseguenza importante, anzi due. Il presidente del Consiglio Romano Prodi, inquisito per abuso di ufficio per la vicenda Cirio, fu prosciolto ed evitò il rinvio a giudizio. E la stessa sorte toccò a Claudio Burlando, ministro dalemiano dei Trasporti, anche lui inquisito in quel periodo (e non era la prima volta) per abuso d’ufficio. Il caso di Burlando è il più interessante. I magistrati infatti annunciarono la sospensione del procedimento che lo riguardava in attesa delle decisioni del Parlamento.

C’È ANCHE UN ALTRO ASPETTO che potrebbe essere messo in evidenza se quella vicenda fosse evocata con una attenzione critica a tutti i dettagli che la connotano. Ministro della Giustizia era l’avvocato Giovanni Maria Flick, che di Prodi e Burlando era stato il difensore. E considerate le polemiche di questi giorni sugli “avvocaticchi” di Berlusconi, che fanno scandalo per i ruoli parlamentari che ricoprono, l’osservazione che viene spontanea è che l’unico presidente del Consiglio che abbia nominato ministro della Giustizia un suo avvocato non è stato Silvio Berlusconi, ma Prodi.

Si potrebbe anche aggiungere che il termine “avvocaticchio” fu usato nel 1923 da Benito Mussolini per Randolfo Pacciardi, che aveva organizzato una delle prime manifestazioni di protesta contro il regime nascente. Infine, rievocare quel siparietto potrebbe aiutare i giustizialisti che hanno rialzato la testa a cogliere una distinzione non secondaria tra quanto è successo cinque anni fa e quanto sta andando in onda oggi. Nel 1997 la legge approvata dal Parlamento consentì di evitare il possibile rinvio a giudizio del presidente del Consiglio in carica e di un ministro del partito di maggioranza relativa della coalizione di governo. Il disegno di legge Cirami, se approvato anche dalla Camera alla ripresa dei lavori, darà invece una risposta a un problema sollevato dal massimo organo giurisdizionale, la corte di Cassazione, sulla mancanza di norme definite che consentano alla stessa Cassazione di stabilire se un collegio giudicante sia o meno al di sopra del sospetto di non essere imparziale. Ma non sottrarrà nessuno al giudizio di un tribunale.

Ok, ora passiamo ai brogli elettorali...
Tutto quello che avreste voluto sapere sui brogli elettorali all'estero
di Rodolfo Casedei

Da quando la denuncia di brogli nel voto degli italiani all'estero nelle elezioni del 2006 è arrivata da Repubblica, tutti hanno messo i titoli in prima pagina, ci hanno aperto i telegiornali e il presidente della Camera ha pure invitato il governo a intervenire! Quando nell'aprile-maggio dell'anno scorso le stesse malefatte, e molte altre ancora, le denunciava il settimanale Tempi, in un'inchiesta a puntate curata dal sottoscritto, praticamente nessuno se ne faceva un baffo. Sì, perché di schede incettate, di voti espropriati a centinaia, di video incriminanti e delle prodezze dei signori Fedi e Randazzo (i due protagonisti del video che è stato trasmesso su http://www.repubblica.it/) Tempi ha scritto in lungo e in largo già quindici mesi fa, fra l'aprile e il maggio del 2006.

Nell'inchiesta c'erano già Marco Fedi e Nino Randazzo, candidati alla Camera e al Senato per l' “Unione in Oceania”, che diffondevano propaganda elettorale con la propria candidatura usando buste con la scritta “materiale elettorale in arrivo dal consolato – non gettare questa busta”. C'erano le schede elettorali rastrellate da squadre di militanti che entravano nelle case facendosi passare per pubblici ufficiali o che semplicemente le rubavano dalle buchette delle lettere, dai patronati che si incaricavano di votare al posto degli elettori che erano loro utenti, da gente che andava a “comprarle” nei bar frequentati dagli italiani (è possibile persino stendere un “tariffario” col prezzo delle schede nei vari paesi, in euro, franchi svizzeri e dollari). C'era la storia di un video, come quello australiano, ma proveniente dal Belgio, trasmesso addirittura da “Striscia la notizia”, ma passato sotto silenzio persino quando il sottoscritto aveva scovato e convinto a rivelarsi il suo anonimo autore. Nel video si vedevano centinaia di buste di quelle che contenevano i bollettini di voto, con le diciture consolari, gettate per terra in uno stanzone insieme a certificati elettorali privi del tagliando per il voto: la prova che qualcuno aveva sottratto agli elettori o per lo meno rastrellato illegalmente le schede per poterle votare con comodo. La voce fuori campo dell'autore attribuiva la responsabilità dell'operazione a simpatizzanti dell'Unione. Avevamo individuato l'autore del video e, grazie alla gentile e indispensabile collaborazione degli europarlamentari Mario Mauro e Andrea Tajani, realizzato una conferenza stampa presso il Parlamento europeo a Bruxelles dove rivelavamo le sue generalità alla stampa italiana e internazionale: si trattava di un residente italiano di Charleroi di nome Sebastiano Scandereberg, militante della Lista Tremaglia. Alla conferenza stampa erano presenti giornalisti e corrispondenti di Ansa, Ap-com, Corriere della Sera, Repubblica, Il Sole24Ore, l'Unità, Rai1.

I telegiornali nazionali di Belgio e Lussemburgo diedero la notizia in prima serata, completando i servizi con un'intervista a Sebastiano Scandereberg (che veniva definito “militante fascista”). La stampa e le tv italiane non dedicarono una riga o un secondo di trasmissione alla denuncia. Alla conferenza stampa Lorenzo Consoli di Ap-com disse: “È la prima volta che vedo il video; visto così non mi sembra che dimostri un granché. Non dimostra che quelle siano schede votate, ci vuole qualche cosa di più per dare l'evidenza che quelli sono voti che sono stati raccolti e non dati personalmente”. Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera rincarò la dose: “Ci avevate promesso delle evidenze che avrebbero mostrato che il risultato elettorale era stato ribaltato: non mi pare che questa evidenza ci sia; non si capisce da che parte siano venute le irregolarità: plichi non consegnati, tagliandi mutilati, buste sottratte dalle caselle postali, squadre di persone. Qui si parla di partiti, probabilmente tutti i partiti, quindi la lezione da trarre da questa pagina piuttosto grottesca che si è rivelata l'elezione degli italiani all'estero è che il governo l'ha gestita in maniera catastrofica. Essendo malizioso potrei chiedere se questa conferenza sarebbe stata fatta se il risultato elettorale fosse stato opposto”. Stesso delizioso cinismo da parte del collega Enrico Brivio del Sole24Ore: “I più maliziosi potrebbero pensare che siccome si credeva che il voto degli italiani all'estero fosse fondamentalmente di centrodestra (contrariamente a quanto poi si è visto), c'è stata anche la volontà di non fare grandi controlli per facilitarlo”.
Eppure la testimonianza di Sebastiano Scandereberg non era l'unica che avevo raccolto. Decine di persone, nessuna anonima ma tutte con nome e cognome e facilmente individuabili, avevano accettato di denunciare apertamente brogli, abusi e irregolarità. Qui posso riproporre alcune voci. Filippo Calzetta, immigrato siciliano a Bruxelles: “Te lo giuro, mio fratello è uscito la mattina e ha visto che nella buca delle lettere c’era il plico elettorale spedito dal consolato. È tornato a casa alle 16.30 e la busta non c’era più! La stessa cosa è successa a una signora italiana che abita nella sua via: ha visto il plico mentre usciva di casa, quando è tornata non c’era più. Chi è stato? Sono quelli dell’Unione! Queste cose le fanno loro. Sono gli stessi che vanno in giro per le case a dire alla povera gente: ‘Siamo quelli dell’organizzazione elettorale, date a noi le buste: ci pensiamo noi’. E questi li conosciamo uno per uno, sappiamo con chi stanno. Ma la gente non ha il coraggio di denunciare queste cose: hanno paura”.
Rosario Cambiano, residente a Colonia, candidato di Forza Italia alla Camera per la Ripartizione Europa: “Se lei venisse nei bar italiani si renderebbe conto di persona. Ci sono tre, quattro clan che chiedono alla gente le buste elettorali, e sono tutti di centrosinistra. Dicono: ‘Ti serve la busta che ti è arrivata dal consolato? E dammela, dai, che ti offro un caffè’. Ne racimolano non so quante e poi il voto ce lo scrivono loro stessi. L’hanno chiesta pure a me! Ah, lei è candidato? Mi scusi tanto”.

Stefano Natile, un italiano residente a Bruxelles afferma di aver assistito al passaggio di mano di pacchetti di schede in un bar cittadino frequentato quasi esclusivamente dagli italiani. “C’è una persona qui, un siciliano vecchio tipo, che viene contattato ogni qual volta c’è una campagna elettorale, perché è uno di quelli che fanno campagna per portare voti. Gli danno i soldi per le spese e lui si attiva. Una sera ero in un certo bar a giocare a ramino quando è entrata questa persona. È andato dietro al bancone e lì il barista gli ha consegnato qualcosa. Gli amici mi hanno detto: ‘vedi, stanno raccogliendo le schede elettorali; adesso sono arrivati a dare 8 euro per ogni scheda’. Gli italiani che se ne fregano della politica, con 8 euro o con un caffè si sono venduti le schede. In un’altra occasione, ho sentito quella persona che diceva ai suoi ragazzi: ‘Fate volantinaggio presso tutte queste famiglie italiane, e se nelle buchette trovate il plico, si può prendere’”.

Carlo Erio, residente a Grenoble, candidato di Forza Italia per la Ripartizione Europa, che ci disse: “I Patronati per gli italiani in Francia e Svizzera francofona stanno facendo votare in massa per l’Unione. Hanno una mailing list di persone che sono passate dai loro uffici e mandano loro lettere dove c’è scritto grosso modo: ‘ci sono le elezioni, ci avete concesso la vostra fiducia per la domanda per la pensione, per il pagamento dell’Ici, ecc. Siamo a vostra disposizione anche per aiutarvi a votare’. Poi ci sono quelli che usufruiscono spesso dei servizi del Patronato, per lo più persone anziane; chiamano gli uffici per varie ragioni, di solito in questo periodo per essere aiutati a compilare la dichiarazione dei redditi. Gli rispondono: ‘venite qui, portate tutto, anche la busta che è arrivata dal consolato. Facciamo noi’. Si fanno consegnare il plico elettorale in bianco e ‘fanno loro’”.
Giorgio Marchi, militante dell’Udc a Toronto, ci raccontò per telefono: “L’Unione sta passando casa per casa, generalmente squadre di dieci, dodici persone entrano nelle case di questi poveri votanti confusi, dietro la maschera di un ente formale. Dicono: ‘Avete ricevuto la busta dal consolato? Vi assistiamo a compilarla’. La votano lì, se la pigliano e la portano in posta. Lo sappiamo perché sono andati da gente nostra che non conoscevano. Abbiamo le prove, li stiamo facendo venire in ufficio a rendere testimonianza davanti ad un avvocato e ad un magistrato”.
In Belgio Salvatore Albelice di Forza Italia durante la campagna elettorale ha diffuso fra gli italiani la seguente lettera-volantino: “Veniamo a conoscenza che alcune persone si spacciano per sedicenti impiegati del consolato e vogliono costringervi con scuse varie a consegnare le vostre buste. Vogliono togliere a voi il vostro diritto di voto e votare al vostro posto per qualche partito legato ai patronati. Vi fanno anche ricatti morali, ricordandovi che si sono dati da fare per farvi avere la pensione o che vi hanno fatto qualche altro favore. Ricordatevi che non sono loro che vi danno la pensione, ma lo Stato italiano. Ed è un vostro diritto avere la pensione, non un loro favore. Quando vengono, denunciateli”.

Materiale pubblicitario collocato all’interno dei plichi elettorali è stato segnalato a Cartagena (Colombia), a Manchester, a Losanna dalla signora Maria Elena Amodio King. In quest’ultimo caso l’europarlamentare Alfredo Antoniozzi di Forza Italia ha fatto un’interrogazione al Parlamento europeo. “Ho chiesto spiegazioni all’ambasciata italiana in Svizzera”, ci ha detto Antoniozzi, “e mi hanno risposto che dei loro impiegati sono sicuri, quel che è successo deve essere successo presso gli spedizionieri a cui l’invio dei plichi era stato appaltato”. E infatti in Svizzera tutta la partita del voto italiano all’estero è stata appaltata, tranne che a Ginevra, all’impresa di un immigrato italiano simpatizzante di sinistra: la OSS di Bruno Savino. Ha pensato a tutto lui, dalla stampa alla spedizione del materiale. Nella Svizzera non francofona è accaduto uno strano fenomeno: dappertutto la propaganda elettorale dell’Unione è arrivata nelle case lo stesso giorno in cui arrivavano i plichi per il voto. Altro strano fenomeno svizzero è la presunta scomparsa di migliaia di preferenze, denunciata dal candidato dell’Udc Emiddio Bulla con un esposto ai carabinieri di Como e un altro alla Corte d’Appello di Roma. In pratica, Bulla si è autodenunciato. Oltre a denunciare una serie di truffe del tipo di quelle sopra descritte, infatti, il candidato dell’Udc ha dichiarato di aver controllato di persona i voti che gli venivano dati: “A Basilea ho visto con i miei occhi e contato 1.300 elettori che hanno votato Udc scrivendo il mio nome come preferenza, ma allo spoglio mi sono ritrovato con 340 voti di lista in tutto su Basilea! I nostri attivisti andavano a far votare parenti, amici ecc. E questi votavano apertamente davanti a te senza problemi. Ero sicuro di avere 30 mila preferenze soltanto in Svizzera, e invece alla fine me ne sono ritrovate 1.700 su tutta l’Europa!”

Questa denuncia-autodenuncia apre il capitolo, ancora tutto da approfondire, delle condizioni in cui si è svolto lo scrutinio dei voti provenienti dall’estero a Castelnuovo di Porto. Abbiamo finora testimonianze di voti “doppi” (la stessa persona che ha votato due volte, la prima col certificato originale di cui aveva denunciato lo smarrimento insieme a tutto il plico, e la seconda col duplicato che gli era stato dato in sostituzione del primo), di decine di preferenze scritte dalla stessa mano (la prova che le schede sono state raccolte e votate dalla stessa persona), di preferenze annullate per l’ignoranza degli scrutatori (che non sapevano che in Europa se ne potevano dare due). Oggi siamo in grado di aggiungere un altro tassello alla nostra inchiesta di un anno fa e di dimostrare che lo stesso scrutinio dei voti degli italiani all'estero a Castelnuovo di Porto è stato gravemente irregolare. Stavolta non si tratta di denunce verbali da parte di scrutatori o rappresentanti di lista, ma di ammissioni contenute in un documento ufficiale: un verbale dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero presso la Corte di Appello di Roma. In questo verbale (riprodotto nella pagina a fianco) presidente, segretario e componenti dell'Ufficio ammettono di aver ritoccato i dati di alcuni seggi della circoscrizione Estero (18 della Camera e 6 del Senato) che presentavano “errori di aggregazione dei dati di lista e di preferenza”. Che tipo di errori? Dallo scrutinio risultavano voti di preferenza ai candidati superiori al numero di voti ricevuti complessivamente dalla lista. Immaginate un verbale dove, per esempio, l'Unione ha 1.000 voti ma due suoi candidati sommati insieme hanno 1.800 voti. È chiaro che c'è un errore, o addirittura un broglio. Che cosa ha fatto allora l'Ufficio centrale? Secondo i suoi componenti, la legge non permetteva loro di rifare lo scrutinio del seggio scheda per scheda. Allora “si è proceduto a rettificare il voto di lista in modo da ottenere un risultato minimo accettabile. Esempio: voti di lista 5 e voti complessivi di preferenza per quella lista 20; se relativi a Ripartizione che consentiva una sola preferenza si è rettificato l'errore sostituendo il voto di lista con il numero delle preferenze – nell'esempio 20”. Capito? La Corte di Cassazione di Roma ha taroccato i risultati di alcuni seggi, aumentando i voti di lista per farli coincidere con le preferenze attribuite ai candidati! Anziché denunciare scrutatori e presidenti di seggio incapaci o truffaldini, ha deliberato e attuato una sorta di sanatoria.

La cosa è tanto più inquietante quando si considera che molti candidati mancati vincitori per un soffio sostengono di essere stati truffati nel computo delle preferenze. Il caso più noto è quello di Mirella Giai, candidata Ds in Argentina, che era stata già proclamata eletta e alla quale un presunto riconteggio delle preferenze ha tolto il seggio a vantaggio dell’indipendente Edoardo Pollastri, vicino alla Margherita. La Giai è convinta che il risultato sia stato ritoccato perché fra gli eletti i diessini erano troppi e accordi all'interno dell'Unione avrebbero portato a modificare il risultato. Una ripresa del documentario “Hermanos de Italia” del canale satellitare Cult, che documenta un dialogo drammatico fra la candidata defraudata e il viceresponsabile italiani nel mondo dei Ds, Norberto Lombardi, avvalora il sospetto.
Succederà qualcosa ora? Non ci spereremmo troppo. L'esperienza ci ha insegnato ad essere pessimisti. Dopo la conferenza stampa di Bruxelles avevamo pensato che la grande stampa si sarebbe tuffata sull'inchiesta. Così non fu. In Italia i giornali rispondono a logiche che poco hanno a che fare con la deontologia giornalistica e molto con interessi ed equilibri di potere. Noi, comunque, continuiamo a predicare nel deserto. Alla fine ebbe ragione Giovanni Battista, non chi lo prendeva in giro e nemmeno chi lo decapitò.

Come vedete, nel 2006 se anche la destra avesse fatto brogli, li ha fatti pure la sinistra!! Se Berlusconi ha fatto leggi ad personam e nominato parlamentari i suoi avvocati, Prodi ha fatto lo stesso, nominando però il suo avvocato MINISTRO DELLA GIUSTIZIA....
Quindi prima di stare li a giudicare pensateci meglio...
Beatrice, è vero che Travaglio sparla sia di Destra che di Sinistra, ma il fatto che tu pensi che questo lo esuli dall' essere di sinistra mi sembra un pò assurdo, lui è uno che critica, e per forza di cosa deve farlo GIUSTAMENTE da tutte e 2 le parti, nonostante tutto E' risaputo che voti a sinistra, come lo stesso Grillo che fa a sale tutti ma votava a sinistra... Comunque ti lascio con il video della presentazione del sul Libro.
Detto questo, buon voto a tutti


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Cavoli Pié...ed è pure domenica! :D
Ok ok, leggerò con calma che hai scritto un tomo ;)

Anonimo ha detto...

Governo berlusconi record di leggi vergogna:

-falso in bilancio.

-Rogatorie.

-Giudice in meno per previti

-Mandato di cattura europeo

-Legge cirami

-Lodo maccanico schifani molto schifoso nessuno puo intercettare.

-niente appello per l accusa

-Ex legge cirielli

-CONDONO SULLE TANGENTI.

-LEGGI VENDETTA CONTRO CASELLI

-LEGGI VENDETTA CONTRO I MAGISTRATI

-AUTORIDUZIONE FISCALE E CONDONI

-SCUDO FISCALE

-NO TAX PLUSVALENZE

-DECRETO SALVA CALCIO UNA VERA BOIATA.

-PUBBLICITà ISTITUZIONALE A MEDIASET

-PALLONE IN TV. MERITO SUO DI TUTTE QUESTE RIDICOLE TRASMISSIONI CON MUGHINI E GENTE SIMILE.

-CONFLITTO DI INTERESSI

-LEGGE GASPARRI

-DECRETO SALVA RETE4.

-AIUTI DI STATO PER I DECODER DEL FRATELLO

PASSIAMO ALLA VILLA IN SARDEGNA:

-DAL SEGRETO AL CONDONO.

-IL MAUSOLEO DI ARCORE.

-TESTI DI SCUOLA SOLO MONDADORI RUBATA CON UNA SENTENZA COMPRATA QUESTA EH.

-ESENZIONE ICI PER LA CHIESA.

SOLO ALCUNE DELLE PORCATE POI SE VUOI CONTINUO. SENZA SCRIVERE TUTTO QUELLO CHE HAI SCRITTO TU CHE è APOLITICO VISTO CHE UNO A LEGGERE QUELLO SI TAGLIA LE PALLE TI HO RIASSUNTO QUA SOLO IN PARTE LE PORCATE DEL BERLUSCA.

Anonimo ha detto...

http://www.beppegrillo.it/immagini/immagini/Se_li_conosci_li_eviti.pdf

Me ha detto...

antonhy ho capito, il mio discorso era per dire che c'è merda sia a destra che a sinistra!!! non continuiamo con le liste xkè se no non si finisce mai!! tra parentesi l esenzione ici x la chiesa è una richiesta varata nel 92, bocciato da una sentenza della Consulta nel 2004, resuscitato da un miracolo di Berlusconi con decreto del 2005, quindi decaduto e ancora recuperato dalla Finanziaria 2006 come omaggio elettorale, il regalo dell'Ici alla Chiesa è stato in teoria abolito dai decreti Bersani dell'anno scorso.
Dico in teoria xkè la nostra amatissima chiesa se ne frega e continua a non pagarlo..

Anonimo ha detto...

AMATISSIMA NON TANTO SPECIE IN QUESTO PERIODO.. :D

Me ha detto...

eh lo sò, il mio era un' amatissima detto in maniera sarcastica ;)